Newsletter di bastardidentro N° 4018 | 30 Mar 2016

Era una giornata di quelle in cui l'aria "frizzantina" si miscelava involontariamente al profumo di erba appena tagliata e all'inconfondibile essenza dei primi fiori sbocciati. 

La siepe pareva irrequieta quella mattina, forse un coniglio intrappolato tra i suoi rovi la rendeva tale. La bella ed elegante nobildonna aprì improvvisamente la finestra al secondo piano della villa e si affrettò ad aprire una gabbietta con un piccolo volatile dal piumaggio bianco; poi prese con cura il piccolo essere vivente e lo liberò in volo rimanendo per qualche istante immobile nella classica posizione di chi vuol abbeverarsi a una fontana senza bicchiere.

Il cespuglio emise prima un colpo poi un sibilo e infine si udì un tonfo a terra con un batter d'ali che diminuiva d'intensità mentre l'animale si contorceva dal dolore.

La donna impallidì mentre il cespuglio rivelava la figura di un uomo vestito con tessuti del colore della terra e del fogliame. L'ex cespuglio vivente prese il corpo ormai privo di vita del pennuto e sfilò senza la minima cura un piccolo messaggio arrotolato:

« O mio bel e tenebroso conte, come potrò mai dimenticare la passione che ci ha accompagnato durante questi mesi invernali e come potrò attendere il vostro ritorno senza urlare in faccia il mio disprezzo a quel debosciato del duca, purtroppo mio sposo per ragioni che esulano dalle mie volontà. Non dimenticatevi di me durante il vostro viaggio. Con reale e profondo amore la vostra duchessa! »

E nello sguardo della duchessa si accese il classico e inconfondibile sguardo da « E mo so' cazzi! ».

Altro che Facebook e WhatsApp.

Anwar Maggi



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